Quando il 23 settembre 1683 giunsero finalmente a Roma i corrieri che portavano la conferma della strepitosa vittoria contro i turchi a Vienna il Papa si gettò in ginocchio a ringraziare Dio ed esortò i presenti a fare altrettanto.
Il giorno successivo la notizia venne ufficialmente diramata alla città con l'affissione di una notificazione del Vicario che prescriveva il suono delle campane a festa e la celebrazione di Messe di ringraziamento. Allora il popolo, in preda alla gioia, si riversò nelle vie e nelle piazze per festeggiare lo scampato pericolo. Ma il Pontefice volle che i festeggiamenti fossero soprattutto religiosi cosicchè ordinò che fosse celebrata una solenne funzione di ringraziamento in Santa Maria Maggiore con il canto del Te Deum e successivamente una Messa per i caduti della guerra in tutte le chiese della città. Nei giorni seguenti si ebbero altre funzioni speciali, furono distribuite elemosine ai poveri e concesse amnistie per piccoli reati.
Dopodichè, in segno di riconoscenza alla Vergine per il celeste aiuto, il Papa stabilì di introdurre la festa del Nome di Maria il 12 settembre a tutta la Chiesa perché rimanesse eterna in tutti la memoria di così incredibile vittoria ottenuta per intercessione di Maria SS.ma.
Il 5 febbraio 1685 Innocenzo XI sancì l'introduzione della festa da celebrarsi la domenica successiva alla festa della Natività di Maria, data simbolo che verrà ricordata come festa del SS.mo Nome cli Maria. Si ripeteva, così, quello che nel 1571 Papa Pio V aveva fatto dopo l'altrettanto decisiva vittoria di Lepanto istituendo la festa della Madonna del Rosario per ringraziare la potente Avvocata della cristianità.
Se il mondo cristiano non si fosse difeso contro le aggressioni saracene e turche con tre vittorie decisive prima a Poitiers, nel 733, poi a Lepanto nel 1571 ed infine a Vienna nel 1683, oggi gran parte dell'Europa sarebbe diventata islamica.